Toscana, dietrofront dell'Autorità idrica, 'sì al riempimento piscine'

L'inverno siccitoso che abbiamo vissuto ha spinto diversi Comuni e Regioni italiane a varare, già nelle scorse settimane, i primi divieti sull'utilizzo dell'acqua potabile, a partire dal riempimento delle piscine private. In forte anticipo, dunque, rispetto alle ormai tradizionali ordinanze estive che, da Nord a Sud, verso giugno irrigidiscono le norme per l'utilizzo dell'acqua (ad esempio per annaffiare o riempire le piscine). È il caso della Toscana, che già a fine marzo aveva già imposto una stretta al consumo idrico, proprio allo scopo di sopperire alla scarsità di precipitazioni ad opera dell’Acquedotto del Fiora, che opera prevalentemente tra le province di Siena e Grosseto. La stretta sull’utilizzo di acqua potabile aveva riguardato anche le piscine delle strutture ricettive, con il divieto di rabbocchi e riempimenti dal mese di giugno fino a settembre. In pratica, dunque, stabilendo che l’acqua con cui si riempie la piscina a fine maggio debba restare la stessa fino ad ottobre, senza possibilità di approvvigionamento da acquedotto pubblico.

Uno stop che aveva generato forti perplessità nel settore turistico - a partire dalle associazioni di categoria - a causa delle possibili ripercussioni economiche e turistiche determinate dall'avere, in strutture aperte al pubblico come gli agriturismi, piscine di fatto sporche, "consideriamo che ogni giorno il ricambio di acqua è dell’1-2%, in 4 mesi, il ricambio è pari ad una vasca e mezzo. Questo - aveva sottolineato Cia Agricoltori Italiani della Toscana - è il minimo indispensabile per tenere una piscina con acqua pulita e fruibile da parte dei turisti che scelgono la nostra provincia". Ma anche da un punto di vista legale: durante tutto l’anno (anche fuori dal periodo giugno-settembre), infatti, viene controllato anche lo svuotamento annuale della piscina (per poter effettuarne la pulizia). Lo svuotamento viene verificato dai registri e dai consumi. In mancanza di svuotamento è prevista una sanzione da 200 a 1.200 euro.

Critiche che hanno infine convinto l'Autorità idrica della Toscana a fare dietrofront e ad autorizzare l'utilizzo dell'acqua potabile per il riempimento delle piscine pubbliche o comunque delle piscine destinate all’utenza pubblica. Una decisione, spiega Valentino Berni, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Toscana, "molto positiva e di buon senso, che va nella direzione da noi auspicata, ovvero di permettere agli agriturismi toscani di poter effettuare, con tutti i limiti della situazione contingente, il rabboccamento delle piscine degli agriturismi".

L’invito, dunque, che l'Autorità Idrica della Toscana ha rivolto ai propri gestori territoriali (con l'attenzione rivolta alle zone con particolare criticità idrica) è quello di concordare modalità e tempi di riempimento e successivo reintegro o rabboccamento delle varie piscine delle strutture ricettive, considerando l’effettiva disponibilità di risorsa idrica in ogni area interessata da eventuali richieste. "Giusto ricordare - conclude Cia Toscana - che in tempi di ristrettezze sono richiesti consapevolezza e senso di responsabilità anche da parte delle strutture ricettive, evitando al massimo lo spreco".