L'effetto del pH sulla formazione di sottoprodotti di disinfezione in piscina

Le piscine sono utilizzate in tutto il mondo per scopi ricreativi, riabilitativi e per l'attività fisica; è quindi indispensabile che la qualità dell'acqua e dell'aria sia mantenuta a livelli sicuri per proteggere la salute dei bagnanti. Oltre alla potenziale contaminazione da microrganismi patogeni, l'acqua della piscina è inquinata dalla materia organica depositata dai bagnanti, come saliva, urina e sudore, capelli, lozioni idratanti e creme solari, nota anche come carico dei bagnanti. Poiché il cloro è un forte ossidante, ossida la materia organica naturale presente nell'acqua di sorgente e il materiale organico depositato dai bagnanti.

Una parte del materiale organico viene mineralizzata, mentre il resto forma composti organici clorurati, comunemente noti come sottoprodotti di disinfezione. Le normative sui livelli di sottoprodotti di disinfezione nelle piscine si sono finora concentrate solo sui trialometani e sul cloro combinato (cloroammine), che sono facilmente analizzabili. Tuttavia è stato recentemente dimostrato che altri sottoprodotti di disinfezione clorurati, come gli alogenuri cianogenici, sono molto più pericolosi per la salute umana, in quanto direttamente collegati al rischio di cancro e generalmente più tossici dei sottoprodotti di disinfezione regolamentati.

Un approccio per limitare la formazione di alcuni sottoprodotti di disinfezione è quello di ridurre la concentrazione di cloro e il valore del pH, in modo che l'efficienza di disinfezione rimanga costante. La validità di questa ipotesi è supportata da uno studio danese su scala reale condotto su una piscina pubblica coperta, in cui la formazione di sottoprodotti di disinfezione a 0,4 mg di cloro/L e pH = 6,7 è stata confrontata con 1,5 mg/L di cloro a pH = 7,3.

Lo studio ha riportato una diminuzione dei trialometani, degli alogeni organici assorbibili e del cloro combinato, mentre la qualità microbiologica è stata mantenuta al pH più basso. Sulla base di questo studio è stato suggerito di modificare le normative danesi per le piscine e di abbassare il limite di pH da 7,0 a 6,8, mentre è stato suggerito di abbassare il valore del pH ancora di più, a pH = 6,0. Sebbene ciò possa ridurre la formazione di trialometani, degli alogeni organici e del cloro combinato, non è stato studiato come l'abbassamento del pH della piscina possa influenzare i gruppi di sottoprodotti di disinfezione non regolamentati (ma più dannosi).

Quindi, nonostante la formazione di sottoprodotti di disinfezione sia stata riconosciuta come un problema nell'acqua delle piscine negli ultimi quarant'anni, gli studi sulla loro formazione, soprattutto a partire da precursori antropogenici, sono ancora limitati.

Di conseguenza gli studi sulla clorazione dell'acqua potabile non possono essere utilizzati per ottimizzare le condizioni di trattamento dell'acqua delle piscine. Questo studio, però, ha aperto a nuove strade e riflessioni sulla regolazione del pH per l’acqua della piscina e conferma la necessità di analizzare la qualità dell'acqua della piscina nelle reali condizioni di lavoro degli impianti, nonostante il fatto che molti fattori debbano essere presi in considerazione. Investire nella ricerca è pertanto necessario per preservare la sicurezza della salute dei nuotatori e, cosa estremamente importante, del personale. Non è quindi da considerarsi un nulla di fatto quanto un prezioso punto di partenza.

 

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