Sicurezza

"Dedico la mia vita allo studio per migliorare la sicurezza di tutti, per capire, in sintonia con la natura, quali sono i limiti dell’uomo. Per conoscerli e superarli"

Patrick De Gayardon

Prima regola: la sicurezza. Un termine composto da quattro sillabe che in realtà spazia attraverso numerosi ambiti, dalla sicurezza strutturale e architettonica del nostro impianto alla sicurezza idrica dell’acqua in cui ci immergiamo fino – ed è il tema di cui parleremo ora – la sicurezza dell’utilizzatore del nostro impianto. Perché la piscina può essere più o meno ampia, più o meno automatizzata, ma deve sempre essere sicura.

Il primo punto importante è fare riferimento alle normative vigenti cioè seguire, da un lato, i procedimenti burocratici stabiliti dalla legge italiana che riguardano i permessi per le costruzioni edilizie, generalmente regolamentati a livello comunale; dall’altro, le norme europee definite dal Comitato tecnico europeo, recepite e tradotte da UNI. Le direttive di riferimento, in particolare, sono le UNI EN 16582 e le UNI EN 16713, che disciplinano le piscine residenziali interrate. Ma prima di procedere oltre è bene chiarire la differenza tra piscine private a uso residenziale e piscine a uso commerciale.

Ragazza in costume a bordo piscina
Piscina residenziale o commerciale?

La normativa italiana definisce le piscine come strutture attrezzate per la balneazione, che comprende l’utilizzo di uno o più bacini artificiali per attività ricreative. Ma attenzione: una piscina è da considerarsi a uso privato residenziale se e solo se viene utilizzata dai proprietari e dai familiari. Questa distinzione è molto importante: esclude, infatti, gli impianti, ad esempio, condominiali. Tutte queste piscine sono definite ‘a uso collettivo’. E questa specifica collocazione fa sì che rientrino sotto l’ombrello regolamentato dalle normative che disciplinano le piscine pubbliche.

Allo stesso modo, spiega Helmut Ständer, fondatore del SiSSWA Institute for certification, “eventuali estranei modificheranno la classificazione della piscina a uso residenziale: se sono presenti utenti estranei, infatti, la vasca non è più ‘a uso privato’ e dunque si applicano i requisiti delle piscine pubbliche. Come ispettore e certificatore, non comprendo perché la sicurezza in una piscina privata debba essere diversa da quella di una piscina pubblica. Facciamo un esempio riguardante un grave rischio in cui potrebbe incappare il proprietario di un invaso privato: possedete una casa per le vacanze e nel giardino avete installato una piscina nel rispetto della norma relativa. Purtroppo, per diversi motivi, non utilizzate la vostra casa per le vacanze tutto l’anno. Pertanto, decidete di affittarla autonomamente o tramite un’agenzia immobiliare. Di conseguenza, l’utente della piscina non siete più voi, ma una persona estranea e voi siete il locatore. Questa circostanza trasforma la vostra piscina privata in pubblica, pertanto a essa si applicano tutti i requisiti di sicurezza previsti dalle norme vigenti per le piscine pubbliche”.

Bambino in piscina con salvagente
La tecnologia al servizio della sicurezza

Un utile aiuto, per incrementare la sicurezza della nostra piscina, ci arriva dal mercato dei dispositivi, barriere, allarmi, bracciali, coperture, l’elenco è lungo e sono una garanzia in più contro l’imprevisto. Secondo gli esperti, la combinazione di due o più di questi sistemi impatta considerevolmente sul rischio che un annegamento si verifichi.

L’allarme, in particolare, è considerato molto efficace per prevenire annegamenti accidentali, specie se installato assieme a una barriera, che impedisca ai più piccoli di avvicinarsi all’acqua senza supervisione: avvisa gli adulti quando è necessario intervenire e controlla la piscina anche quando non viene utilizzata per nuotare. Generalmente gli allarmi rispettano severi standard di sicurezza, consentono un avviso istantaneo in caso di caduta accidentale in vasca, si riattivano automaticamente dopo una nuotata, senza bisogno di interventi, e il prezzo è abbordabile. Troppo spesso un incidente si verifica a causa di una distrazione di pochi istanti, uno sguardo di troppo allo smartphone, una chioma lunga risucchiata da una presa di aspirazione, una caduta accidentale.

Nessun dispositivo, ed è bene sottolinearlo, sostituirà mai l’uomo. Tuttavia, aiutano a fare sì che ci sia un controllo costante in vasca e a intervenire prima che si verifichino tragiche fatalità, ed è bene tenerli in considerazione. Potrebbero un giorno salvare una vita.