Maggio coincide con il National Water Safety Month, un mese interamente dedicato alla sensibilizzazione e all’educazione alla sicurezza a contatto con l’acqua. Si tratta di un’iniziativa made in USA coordinata dalla Pool & Hot Tube Alliance con il supporto della Croce Rossa americana, la National Recreation and Park Association e la World Waterpark Association.
È stato scelto il mese di maggio poiché coincide con il momento dell’anno in cui, sia per le temperature sia per le consuetudini, aumenta sensibilmente la fruizione di piscine e specchi d’acqua in generale. Negli Stati Uniti ci sono all’incirca 10,4 milioni di piscine residenziali, alle quali se ne aggiungono quasi 310 mila pubbliche, affiancate da 7,3 milioni di vasche idromassaggio. Per i più giovani, tra i 7 e i 17 anni di età, il nuoto si conferma l’attività ricreativa più diffusa e, più in generale, si stima che nel corso dell’estate 8 americani su 10 si tufferanno in piscina. Nonostante questi numeri, la Croce Rossa ha affermato che il 50% degli americani non sa nuotare: ecco spiegata la ragione di questa iniziativa che ha come obiettivo principale quello di salvare vite prevenendo gli annegamenti e, più in generale, gli incidenti.

Il National Water Safety Month è dedicato all’educazione. Un’educazione che si basa sulla sensibilizzazione degli adulti sull’importanza di supervisionare attentamente i bambini che giocano dentro o vicino l’acqua, così come sull’utilità di prevedere barriere di protezione per piscine e utilizzare i dispositivi di salvataggio quando richiesti.
La parola chiave è “attenzione”. Incidenti e annegamenti, infatti, si verificano quotidianamente nelle piscine, residenziali o pubbliche che siano, così come nelle vasche idromassaggio o nei contesti marittimi, lacustri o fluviali e persino nelle vasche da bagno o nelle piccole piscinette gonfiabili allestite in giardino. Se ci fosse un controllo attivo maggiore, molte morti e/o infortuni potrebbero essere evitati. La Croce Rossa americana è molto sensibile a questo tema e ha raccolto una serie di consigli utili per diventare “water competent”, ovvero possedere una serie di abilità in grado di mantenere il singolo individuo – e chi gli sta accanto – al sicuro.
Essere “water competent”, nel dettaglio, significa:
- Essere “water smart”, ovvero avere ben chiari i propri limiti, inclusa la forma fisica e le condizioni mediche, evitare di nuotare se si è da soli, indossare dispositivi di protezione adeguati e in modo corretto, non fare uso di alcool e droghe prima di nuotare, conoscere i pericoli dell’iperventilazione e dell’ipossia. E non meno importanti sono la conoscenza delle peculiarità degli ambienti acquatici in cui ci si trova (dalle correnti, ai pericoli sotto il pelo dell’acqua) e il saper chiedere aiuto nel modo opportuno per facilitare i soccorsi.
- Possedere abilità natatorie di base, vale a dire essere in grado di immergersi e saper tornare in superficie, galleggiare per almeno 1 minuto o di riuscire a dare dei colpi sulla superficie dell’acqua per un tempo analogo. E ancora, saper capovolgersi/girarsi mentre si è in acqua, nuotare per almeno 25 metri e uscire dall’acqua in sicurezza.
- Essere in grado di aiutare gli altri, ossia prestare attenzione a bambini e nuotatori “fragili”, conoscere le modalità di assistenza sicure per salvare una persona che sta annegando e saper effettuare le manovre di rianimazione cardiopolmonare e di primo soccorso.

Educare alla sicurezza in acqua è molto importante e le risorse messe a disposizione da enti e istituzioni sono sempre più numerose e variegate. Per coinvolgere direttamente i bambini, ad esempio, l’APSP – The Association of Pool & Spa Professionals ha ideato i libri da colorare “Splash Zone” che accostano l’insegnamento al divertimento, mentre la Croce Rossa americana ha elaborato il programma Longfellow’s WHALE Tales, con una serie di brevi video educativi che insegnano tutti gli aspetti dell’approccio con l’acqua, dall’importanza di non nuotare mai da soli a quanto prendere troppo sole non faccia bene, il tutto corredato da materiale testuale e simpatici poster.
Questi sono solo due esempi di cosa può essere messo in atto per rendere ogni individuo “water competent” già in età pre-adolescenziale, ma le vie sono numerose e devono essere seguite affinché l’educazione alla sicurezza in acqua diventi una prassi, una consuetudine volta alla salvaguardia della salute generale, senza dimenticare che, a prescindere da conoscenze e capacità acquisite, la parola chiave per evitare qualsiasi tipo di incidente in acqua rimane una sola: attenzione.