Il rincaro del prezzo dell’energia, che in questi ultimi mesi ha appesantito il costo delle utenze, è un ulteriore problema che è andato a gravare su centri sportivi, fitness club e piscine, diventando, in alcuni casi, una vera e propria minaccia per la loro sopravvivenza. I prezzi di gas e luce hanno raggiunto livelli talmente alti – rispetto ai mesi precedenti – che si è reso necessario un intervento statale per limitare il più possibile l’aumento delle bollette per i cittadini, così come per le imprese.
Il tetto massimo sul prezzo di gas e luce, ovvero uno degli strumenti presi in considerazione per ridurre l’attuale caro-bollette che sta colpendo il Paese, consisterebbe nel stabilire un limite ai costi di queste due materie per impedire ai fornitori di aumentarli ulteriormente e trarre vantaggio dalla situazione. Il meccanismo con cui attuare tale provvedimento è ancora da stabilire, ma potrebbe portare a un avvicinamento dei prezzi del mercato libero a quelli del mercato tutelato, determinati da ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente che svolge attività di regolazione e controllo nei settori dell’energia elettrica, del gas naturale, dei servizi idrici, del ciclo dei rifiuti e del telecalore. Tale misura andrebbe a interessare solo i clienti del mercato libero in quanto il mercato tutelato viene già regolamentato e indicizzato da ARERA ogni trimestre. Il costo in kWh dell’energia – in larga parte prodotta dal gas – sono aumentati esponenzialmente: per il mercato tutelato, hanno raggiunto il prezzo di 0,35485 €/kWh, mentre nello stesso trimestre dell’anno precedente toccavano a malapena gli 0,07325 €/kWh. Un incremento superiore al 350% che colpisce tutti i consumatori e ancor di più le aziende.
Quasi tutte le forze politiche italiane, al momento, stanno mettendo pressione al Governo per implementare un tetto massimo per il prezzo dell’energia. A livello europeo, invece, gli stati a favore (Francia, Grecia, Italia, Polonia e Spagna) stanno riscontrando l’opposizione di Germania e Paesi Bassi, dunque il premier Mario Draghi è tornato a mani vuote dal Consiglio Europeo, in cui non si è riuscito a raggiungere un accordo per porre il limite al prezzo dell’energia elettrica e del gas. Un duro colpo, questo, per l’Italia che, essendo costretta a ricercare fondi per porre un limite alla crescita insostenibile dei prezzi, pensa a ridurre l’illuminazione urbana, limitare il riscaldamento, limitare l’export delle materie prime e attuare una generale riduzione delle tasse sull’energia. Scatta quindi la caccia ai fondi da destinare a questa soluzione. Le alternative sono piuttosto limitate per i grandi sforzi sostenuti nei mesi precedenti in questa direzione. Sono già stati stanziati 16 miliardi di euro in diverse forme: taglio dell’IVA sul gas al 5%; azzeramento oneri di sistema; rafforzamenti dei sussidi energetici; credito d’imposta su spesa bolletta luce e gas. I residui di bilancio dovrebbero essere aggiunti a questi finanziamenti, ma sono circa 4-5 miliardi di euro che potrebbero non bastare per far fronte a un vero e proprio tetto massimo dei prezzi.
Articolo tratto da:
Tetto massimo prezzi energia: cos’è l’Energy Cap?